lunedì 21 maggio 2012

CAPITOLO UNO - Le origini




Costa Atlantica NORD -EST - Confine con il Canada
SUGARTOWN - MAINE - USA 


Maggio 2011




"Edward un altro goccio?"
"Meglio di no! Mi fermo qui. Devo essere sobrio,altrimenti invece di pulire le orecchie al cane di Diuk.... chissà.... cos'altro potrei fare?"
"Scambiare il davanti con il dietro? ahahh quel cane non ha un  verso... è identico da ogni parte.... mi chiedo Diuk come faccia!"
"Ahhahahahhahh smettila  Jass..... lo sai che da quando la moglie è scappata con quel giocatore di pocker è l'unica cosa che gli ha lasciato, ahha lo tiene come un figlio, nella speranza che lei ritorni a casa."
"Bo sei sempre il solito, lo sai anche tu che Diuk non è mai stato un santo."
"AHAHAHHHAH  pochi sono come te, Edward.... per otto anni fedele alla stessa donna, per poi ritrovarsi con un pugno di mosche"
"Ok vi saluto vado a lavorare"
"Bo..... lascialo stare"
"Cullen non ti sarai mica offeso?"
"Tranquilli, devo andare sul serio. Bo, Jass è stato un piacere. Al prossimo bicchiere"
"No Edward... oggi offre la casa amico, ci vediamo sta sera da Rosalie"


Fuori c'è un sole limpidissimo.
Sta mattina ho parcheggiato il furgone davanti allo studio.
Esauriti gli appuntamenti, realizzo di avere un paio d'ore  libere, così ho chiuso l'ambulatorio per fare due passi.
Decido di proseguire fino alla locanda del faro,per  fermarmi, mettere qualcosa sullo stomaco e sicuramente scambiare due parole con Jass e Bo.
Il locale a quest'ora è solitamente poco frequentato, ogni tanto arriva qualche turista, che si spinge fino a qui incuriosito dal paesaggio.
Questo posto offre degli scorci sulla baia di SugarTown  e alle vicine Whait Mountain  da mozzare il fiato.
Mi fa questo effetto ogni volta, lo confesso.
In questo luogo non sembra solo che il tempo si sia fermato.
Si è fermato sul serio.
Non capita mai nulla, sempre le stesse persone, sempre le stesse cose.
Mi piace così.
Qui ci sguazzo. 
La solitudine, il silenzio.
Vita tranquilla.
I miei amici.
Vivo qui da ventotto anni.... da sempre praticamente.
Avevo solo 3 anni quando mio padre e mia madre hanno deciso di trasferirsi da New York.
Non più giovanissimi.
Sono arrivato tardi nel loro matrimonio.
In realtà dei figli non li volevano proprio.
Sono quello che di solito si definisce uno sbaglio.
Le loro carriere da medici prima di tutto.
Prima di me.
Quando mia madre è rimasta incinta aveva 39 anni.
Mio padre di 10 anni più grande. 
Fu un vero dramma quando mamma si è accorta di avere un esserino minuscolo dentro di se.
Lo è stata per cinque lunghissimi minuti.
Il tempo di realizzare come sarebbe stato.
E la sua vita cambiò.
La loro vite cambiarono.
Ovviamente a tutto questo io non ero presente, è stata mia zia Maggie ha raccontarmi questa storia.
La sorella più giovane di mamma.
Rimasta vedova presto, con una figlia, mia cugina Rosalie, più grande di me di qualche anno.
Anzi ora che ricordo oggi è venerdì e sta sera ci ritroviamo tutti da lei.
La grande cena famigliare allargata.
Sì perchè Zia Maggie si è risposata con il fornaio del posto, parecchi anni fa.
Non continuerò ad elencarvi gli altri membri della mia famiglia tranquilli.
In questo piccolo grande posto siamo più o meno tutti parenti e conoscenti.
Oh .... dimenticavo mia sorella Alice.


"Dove stai andando così di corsa Alice?"
"EDWAR.....EDWARD..... è un'ora che ti chiamo, hai il cellulare staccato?"
"Giù al faro non prende.... che succede?"
"Dai sali che ti spiego mentre torniamo in ambulatorio"




6 MESI PRIMA


Abbigail ha fatto le valigie.
La sua parte di armadio vuota.
Così come i cassetti, la scarpiera.
Le spazzole per capelli, l'accappatoio da doccia.
Nella vetrina ancora la collezione di gatti. 
Che non ho mai sopportato.
L'unica cosa che mi ha lasciato.
Ironia della sorte.
Dice che adesso non saprebbe dove metterla.
Che andrebbe rotta durante il viaggio.
Dice che posso farne quello che voglio.
Ahahha..... so perfettamente dove te la metterei io.... mia cara Abbigail....
Ti odio in questo momento.
Forse è meglio così.
Meglio che amarti.
Allora ti odio... ti odio.
Ti odio con tutto il cuore.
Non mi ami più, così mi hai detto.
Sei tornata da un viaggio di lavoro, come sempre.
Torni da Baston e lo dici così come se nulla fosse, mentre mastichi l'insalata.
Noi due, a tavola, uno di fronte all'altra.
Prendi un sorso di vino, impugni la forchetta, infilzi le foglie di insalata che hai nel piatto, e con tranquillità,come se stessi parlando del tempo, mi dici che le cose sono cambiate, che non sei più sicura del nosto rapporto.
Mi dici che non mi vuoi sposare.
E continui a mangiare.
Io smetto, ti guardo.
Continuo allibito e attonito a guardarti.
Incredulo.
Controllo i tuoi gesti. 
Li analizzo.
Registro nella mia testa tutti i movimenti della tua bocca, dei tuoi occhi, delle tue mani.
Penso di essere finito in un brutto sogno.
Invece sono sveglio, almeno credo.
Ancora non ne sono del tutto sicuro.
Fuori piove.
Diluvia.
Sembra che anche il tempo stia ascoltando quello che mi stai dicendo.
Il cielo piange.
Io no.
Io fisso il muro vuoto davanti a me, mentre ti alzi con il piatto sporco e vuoto.
Lo riponi nel lavandino insieme al bicchiere.
Sento i rumori delle stoviglie e dell'acqua scorrere.
E' talmente surreale quello che sto vivendo che non riesco a reagire.
Ti odio per la tua indifferenza.
Siamo stati insieme otto anni, siamo stati insieme all'università.
Dopo la laurea mi hai voluto seguire qui in questo posto sperduto, dicendo che era il posto più bello del mondo.
Ora dici che non ti basta più, che io non ti basto più, che questo posto ti soffoca,
che vuoi cambiare aria.
Che andrai a vivere a Boston.
Ma vai dove cazzo ti pare.
Sparisci dalla mia vita in fretta.
Così da poterti dimenticare il prima possibile.
Volevo sposarti, volevo dei figli.
Tu rispondi che hai accettato di sposarmi ma che non eri convinta.
Che ti sembrava un errore.
E che in realtà dei figli non li volevi.
Fai le valigie, prendi tutte le tue cose.
Di tuo lasci solo questi gatti di ceramica e l'anello di fidanzamento,
che riponi sulla tavola ancora apparecchiata.

6 commenti:

  1. L'ambientazione è molto affascinante e si presta ad un personaggio un po' orso, ma dal cuore tenero. Mi piace come descrivi le cose e Edward, anche se non l'hai ancora detto....ha il suo berretto di lana nero...ahahaha....go sailorman....Buon viaggio Baby...

    RispondiElimina
  2. oh si lo indossa certo..... ma fa talmente parte di lui.... che non ci fa caso ormai.......

    RispondiElimina
  3. cominciamo bene! Eddy incavolato è pazzesco, mi piace troppo.
    chissà cosa è successo, perchè Alice lo apostrofa in quel modo.
    spero di leggere presto.

    RispondiElimina
  4. Brava Geo! Di bene in meglio ... e certamente questo è più il mio genere ... Edward tutto solo e arrabbiato e marinaio .. dunque abbronzato e muscoloso e molto biondo per via della salsedine e del sole .. e anche sudato e... ok ... smetto qui!! e l'ho letta prima di mettere a dormire i bambini! Non ho resistito!!! Bacio!

    RispondiElimina
  5. come mi piace Edward marinaio??? tanto tanto. Geo sai che mi piace seguirti lo faccio anche su efp, l'altra sono dietro per cause naturali(parto) ahahha ma qui ci sarò
    baci Anna

    RispondiElimina
  6. Ahhhh questo mi piace!!! proseguo Geo!!!

    RispondiElimina