martedì 29 maggio 2012

CAPITOLO TRE - RISVEGLI







DUE SETTIMANA DOPO




"Alice ti prego.... non voglio uscire con Tanya. "


"Edward.... ti prego io.... da venerdì scorso non fa altro che chiamarmi perchè organizzi un'uscita tra voi due."


"Non insistere, non ci penso proprio, non mi piace, ho già dato grazie e mi è bastato"


"E' stato tanto tempo fa, dai esci una volta, che ti costa, mica te la devi portare a letto per forza, una cena .... un dopo cena soft..... e basta...."


"NO"


"SI... è ora.... ti devi distrarre... basta con le tristezze, basta con le paranoie, gira pagina....!"


"Dovrei distrarmi con Tanya secondo te?? No grazie. Sto bene da solo"


"Orso testardo"


"Scimmietta cocciuta"


"Me ne vado.... arrangiati.... "


"Meno male.... era ora...ciao Alice"


"Ciao orso. Vado a portare le foto di Bruce al giornale...."


Mi siedo, tiro la lenza.... e aspetto..... aspetto.
Non pesco mai niente, però mi rilasso.
Sto qui e non penso a nulla.
Niente Abbigail..... accidenti. 
Forse ha ragione Alice.... dovrei distrarmi, frequentare altre donne.


"Pronto Tanya?"


"Edward..... non aspettavo una tua chiamata."


Come no.... se hai rotto le scatole a mia sorella per settimane.


"Ti andrebbe di vederci a cena, non so sta sera?"






STESSO GIORNO ORE 23




Sono al bar del faro... è pieno di gente.
Tutta SugarTown sta sera. 
Ho appena riportato Tanya a casa.
Ho dovuto subire i suoi attacchi per tutta la durata della cena.
Piedino sotto il tavolo, compreso.
Mi sono sentito impacciato ed in imbarazzo.
Non credo che ripeterò l'esperienza.
Mi ha invitato ad entrare da lei.... ma io...  ho preferito concludere la serata così.


"Edward amico, hai visto quello splendore seduto alla tua sinistra.... sta parlando con Bo, è nuova, una giornalista, viene da New York.."


"Di chi parli?"


Allungo lo sguardo nel locale.
Quando sono entrato mi sono diretto direttamente qui al bancone, tenevo lo sguardo basso e non l'ho notata.
E' seduta qualche sgabello  più in là...... 
Appoggia tutti e due i gomiti al bancone e avvicina la bocca alla cannuccia, lentamente... e lentamente sorseggia il suo drink.
Piccoli sorsi, continua a mantere lo sguardo dritto davanti a lei.
Ogni tanto guarda Bo e gli sorride.
Annuisce con la testa.
Magra, capelli castani.
Bel profilo.
Mi ritrovo a fissarla e non sento che Jass continua a chiamarmi.


"Bel bocconcino vero Ed?"


"Come dici?"


"Uno splendore non trovi??"


"Forse... non ti far ingannare dalle apparenze, sicuramente ha degli artigli affilati nascosti da qualche parte"


"Si chiama Isabella, è arrivata un'ora fa con l'ultimo volo. Ha prenotato una stanza qui per qualche giorno."


"Interessante davvero"


"Non ha la fede al dito"


"Ahhhaah Jass..... sei attento ai particolari vedo.... dubito che una così sia sola"


"Perchè non vai a scoprirlo e non ti presenti ...... qualcosa mi dice che lavorerete insieme nei prossimi giorni, tanto vale rompere il ghiaccio subito, non credi?"


"Ma chi sarebbe scusa Jass?"


"E' la giornalista, quella che tua sorella, quella agitata di Alice, nonchè  mia moglie...... ha contattato per l'articolo di Bruce.... il cane eroe"


"Oddio lo ha fatto sul serio...... ma è già arrivata quindi... bene bene bene....."


Di scatto, senza pensare mi alzo e mi avvicino a lei.
Mi allungo a prendere una cannuccia, sfiorandola.
Appositamente.


"Scusami, prendo una cannuccia"


"Tieni...... te le metto da questa parte tutte ok.... così se per caso te ne servisse un'altra.... non mi disturbi.... ma che avete voi uomini..... tutti predatori vero?  Tutti pronti a provarci per poi tradire dopo anni che vivete con la donna che dite di amare e voler sposare, e che prima di partire per questo luogo sperduto vi trova nel letto, nel suo letto, con un'altra.... la collega con il quale lavorate da anni....  che stupida, non mi ero accorta di nulla.... "


Rimango a fissarla.
Ha bevuto sicuramente...... un po' troppo direi.


"Scusami però mi serve veramente la cannuccia. Non volevo disturbarti"


Mi fissa anche lei.
Dio che occhi.


"Ecco prendile tutte e vai grazie... non ho bisogno di compagnia"


Dio che bambolina scorbutica.
Me ne vado, me ne vado stai tranquilla.
Che le avrenno fatto per essere così......  oh sì..... ha sputato tutto d'un fiato.
Tradimento.
Come si fa a tradire un fiorellino del genere.
Potrei dire che non mi riguarda, che non mi interessa.
Ma sarei un bugiardo nato e io non lo sono.
Almeno con me stesso.
Tanto non mi credono mai quando dico che sto bene da solo e che non voglio nessuno.
Chi voglio prendere in giro.
Mi sento solo, sono un fottuto depresso....
Qualcosa mi dice che ci vedremo domani bambolina.....
Ritorno al mio posto e continuo a fissarla.
Non riesco a distogliere lo sguardo da lei.
Potevi presentarti invece di fare lo stupido con le cannucce.
Mi sento agitato.
Mi sento improvvisamente contento di poterla rivedere domani.
E' la cosa più bella che abbia mai visto.
Anche se ubriaca e alterata.
La osservo continuare a bere, anche Jack si avvicina.
Che vuole ora lui?
Non ha capito che non vuole essere disturbata?
Ehi amico lasciala stare.
Mandalo via avanti.
Fai come hai fatto con me.
Avanti Isabella, perchè così ti chiami, sbarazzati di lui, come hai fatto con me.
Invece lui si siede.
E ti parla.
E tu parli con lui.
Hai capito? La bambolina.
Ora si alzano insieme e lui ti prende a braccetto.
Vi allontane verso le scale, quelle che portano alle stanze di sopra.
Quelle che portano alla tua camera.
Hai capito?
Jack sì ... hai fatto tanto la santarellina con me..... e con lui.... già te lo porti in camera.
Accidenti Edward...... ma perchè poi dovrebbe interessarmi???
Accidenti.
Li vedo salire le scale, ridono, lei barcolla, lui la sorregge.
Jack è sempre il solito.
Non perde tempo.
Finisco la mia birra, mi sento strano.
Mi girano che abbia detto di sì a Jack...
Accidenti.
Basta mi alzo e torno alla macchina.
Metto in moto e mi allontano in fretta.
Passo a controllare Bruce... che ormai si sta riprendendo.
Rimando qui nello studio.
Mi siedo e allungo le gambe sulla scrivania, incrocio i piedi.
Sono stanco.
E ripenso a lei.
Isabella.
Jack.
A quello che stanno facendo in camera.
Isabella nuda.
Mi alzo di scatto.
Dio.... il solo pensiero di quella bambolina nuda..... e a quella bocca rossa, invitante.
Il suo profumo.
Quello che ho sentito avvicinandomi.
Non ci ho fatto caso subito.
Chiudo gli occhi ..... i suoi occhi, le sue mani, la sua voce.
La  lingua che scorre sulle sue labbra.
Improvvisamente dopo mesi qualcuno si ripresenta.
Il mio amico è tornato.
Eccome se è tornato.
Qualcosa di duro, forte e prepotente si fa sentire nelle mie mutande.
Cazzo!
Mi rendo conto solo ora che sto così da prima.
Ma ero talmente scosso e preso dai discorsi di Isabella, poi lei e Jack sulle scale.
Non mi sono accorto subito dello stato in cui mi trovo.
Una voglia impellente mi assale. 
Quella voglia.
Non mi capita da mesi.
Non sono preparato a questo.
Non ancora.
Mi alzo di scatto prendo le chiavi e decido di farmi un giro in macchina.
Mi ritrovo di nuovo al faro.
Spengo la macchina.
Spengo le luci.
E' passata solo un'ora da quando sono uscito dal locale.
Alzo lo sguardo e vedo una luce accesa e un'ombra dietro ad una finestra.
Isabella è lei... si affaccia.
Da sopra non mi può vedere, sono completamente al buoi.
Io però vedo lei. La vedo benissimo.
Che fa????
Si spoglia???
Si sfila la maglietta e i pantaloni.
Vai via Edward ora anche guardone sei diventato.
Torna a casa.
Se dovesse vederti cosa penserebbe???
Tu non sei così, non sei un uomo che si riduce a guardare le donne spogliarsi nella loro camera.
Patetico.
Sei patetico.
Rimasta in slip e reggiseno si avvicina alla finestra guarda in basso e tira le tende.
Mi avrà visto?
Sono fritto.
Sono fritto in tutti i sensi.
Perchè ora l'amico nei paesi bassi si fa sentire molto più di prima.
Solo che ora se metto in moto la macchina, lei con la finestra aperta mi sentirà.
Jack deve essersene già andato.
La sua macchina non  c'è più.
Bene, hanno già terminato si vede.
Una botta e via.
Ho deciso torno al porto a piedi.
Non è lontano, due miglia sole.
Così non mi sentirà.... una passeggiata notturna mi farà bene.
Una rinfrescata alle idee è proprio quello che mi serve.
Verrò domani a riprendere il pick up.
Cerco la torcia nel cassetto ed esco, cerco di fare piano, cerco di essere più silenzioso di prima.
M'incammino facendo attenzione e accendo la torcia solo quando sono sicuro di non essere visto.


"Ehi uomo delle cannucce!"


Che cazz........
Noooooo mi ha visto ..... ecco altra figura di merda Edward!
Cosa vuole ora da me?
Una ripassatina dopo Jack forse?
Mi volto lentamente.
Punto la torcia contro di lei.
Direttamente al suo volto.
Lo faccio apposta.


"Ti ho visto dalla finestra poco fa. Dove vai al buio e a piedi? Senti scusami per prima. Non volevo trattarti a quel modo e che ..... non lo so nemmeno io.... Scusami.... ricominciamo..... mi vorrei presentare... Isabella Swan, giornalista, sono stata mandata dal Newyorker per un articolo alquanto buffo..... e di solito non mi comporto così con gli sconosciuti..... "


Rimango come un baccalà.
Lei mi porge la mano, si presenta, continua a parlare ed io non mi muovo.
Sono impietrito.
E' in accappatoio.
Bellissima.... i capelli raccolti.
Ha appena fatto la doccia si vede ... ha ancora i capelli bagnati.
Allungo la mano e mi presento anche io.


"Edward Cullen e davvero credimi non volevo disturbarti prima.... (falso e bugiardo), siete tutti così accoglienti a New York?"


"No davvero ti chiedo perdono, senti hai una sigaretta? Avrei smesso di fumare da mesi ormai, ma sta sera ne sento un bisogno incredibile, non è un buon momento per me..... "


"Mi dispiace ma non fumo....e nemmeno tu dovresti riprendere"


"Allora ciao Edward Cullen spero di vederti in giro in questi giorni....."


"Penso di sì.... ne sono sicuro anzi."


Già, sicurissimo che ci rivedremo bambolina.
Fai la gattina con me, ma io non sono Jack e non casco ai piedi delle donne così facilmente, nemmeno con te.
A questo punto risalgo sul Pick Up, metto in moto, mentre lei sparisce dentro alla porta da dove è comparsa prima.
E' tardi sono nel letto, il dondolio della barca che di solito mi concilia il sonno sta sera mi da ai nervi,  non riesco a rilassarmi e continuo a vedere Isabella, i suoi occhi e il suo sorriso timido e smarrito.
Il suo corpo semi nudo dalla finestra...... e allungo una mano sotto le coperte.
Indosso solo i boxer e non faccio fatica a raggiungere la mia erezione.
Non c'è niente da fare, quel fiorellino me lo fa diventare di marmo ...... sono incazzato.
Non voglio cedere. Non voglio pensare a lei.
Due giorni e sarà sparita.
Due giorni e non sentirò più parlare di lei.
Non mi posso permettere adesso di muovere la mano su e giù come sto facendo ora pensando a lei nuda, sotto di me.
A lei che mi bacia, ai seni nudi e turgidi, ai gemiti.
Senza rendermene conto i movimenti di polso diventano più lunghi, più veloci.
Non riesco a fermare nè i miei pensieri, nè la mia mano.
Sono già al limite.
Dopo mesi di astinenza non mi ci vuole molto.
Aumento i ritmo ora, chiudo gli occhi e la vedo, le sue gambe. Lei sopra di me, dondolarsi, io a scioglierle i capelli.... ed è fatta non resisto più...... esplodo in un piacere che non conoscevo più. Fiotti caldi e liberatori sulla mia pancia.
Ancora con il fiatone cerco di pulirmi con i fazzoletti che ho sul comodino.
Rido, cerco di riprendermi e rido.
Rido e calde lacrime mi innondano il viso senza che io abbia la possibilità di controllarle.
Forse sono guarito o forse mi sono solo inguaiato un'altra volta.... peggio di quella precedente.


mercoledì 23 maggio 2012

CAPITOLO DUE - Clair De Lune


CAPITOLO DUE - Clair De Lune


LO STESSO GIORNO DEL MESE DI MAGGIO


"Alice passami le pinze. Guarda che roba, povero Bruce .... dovrò  mettergli un sacco di punti interni anche. Comunque poteva andargli peggio. Povero cane."
"E' un eroe Edward. Ha salvato il suo padrone.... dovremmo premiarlo. Quasi quasi organizzo qualcosa, scrivo al giornale, magari chissà... questa storia potrebbe servire per attirare altri turisti..."
"Non abbiamo bisogno di questo tipo di pubblicità Alice. Lascia perdere....... a chi vuoi che interessi questa storia poi. 
Un cane che difende il padrone attaccato da un orso.
A chi vuoi che interessi."
"Invece, mio caro Edward, distruttore di idee altrui.... io credo che sia una bella storia.... da raccontare e da leggere....... anzi chiamo subito quel mio amico del Times.... guarda giusto perchè insisti...."
"Insisto?? Ma chi io??? Sei sempre la solita"
"Zitto, noioso guasta feste.... corro in redazione e butto giù l'articolo immediatamente.... tanto è arrivata Rosalie, continuerà lei ad aiutarti."
Ecco fatto.
Il ciclone Alice in azione.
Non mi piace questa storia.
Porterà noiosi, impiccioni, reporter del cavolo... già me li vedo in giro a fare domande a tutti, a ficcare il naso ovunque, fare foto, come l'ultima volta, anni fa.... quando Terence Muller avvistò insieme a me delle Balenottere Bianche al largo della baia...... ma questa è un'altra storia ... che vi risparmio.... 
Comunque.
Sistemo per bene Bruce nell'ampia gabbia per la convalescenza, con la pesante dose di anestesia che ho dovuto fargli, dormirà fino a domani mattina.
Passerò dopo cena, a dargli un'occhiata.
Mi faccio una doccia veloce qui in ambulatorio, ho il cambio con me.
Aspetto che Rosalie sia pronta anche lei.
Insieme andiamo a casa di zia Maggie per la cena.
La zia ha invitato anche Tanya.... questa sera..... lo so cosa sta facendo.
"Chiodo scaccia chiodo...... Edward"
Ma io non sono pronto per un'altra relazione ora.
Non me la sento.
Tanya poi la conosco benissimo, ero stato con lei al liceo..... per pochi mesi però.... non ero innamorato di lei, mai stato, però non so perchè mi trovavo bene... anche a letto.
Cose da ragazzi, da adolescenti.
Non è il momento giusto.
Ora non voglio legami.
Ma nemmeno avventure di una notte.
Voglio stare da solo.
Non sto male.
Da solo sto benissimo.
Niente sesso.
Non mi manca.
Il mio amico lì sotto.... è depresso anche lui.
Nemmeno la mattina si fa sentire.
Il mese scorso sono andato da mio padre.... per una visita..... ho avuto paura di avere qualche strana malattia.... non mi tira più, cazzo. 
Mi sono spaventato.
Non mi era mai successo.
"Edward, è normale. Sei depresso, quando starai meglio vedrai.... tornerà a farsi sentire anche il desiderio sessuale. Non affliggerti, non fartene una colpa."
Da mesi nemmeno una sega... manco una piccolina.
Niente. Nemmeno il film porno che mi ha prestato Emmet è servito.
"Amico con questo stai tranquillo.... ti si alza tutto ..... anche ogni pelo che hai in corpo.... vedrai, vedrai...... ci sono quelle due gnoccolone.... tette grandi.... culi da urlo..... tutte unte..... vedrai vedrai..... "
Così mi ha detto.
Tutte le persone che mi vorticano attorno pare che non abbiano in testa altro che cercare di farmi reagire.
Chi in un modo chi in altro.
Tutti con i loro consigli e le loro strategie.
Io invece voglio solo stare per conto mio.
Voglio essere depresso.
Voglio stare solo con il mio dolore.
Crogiolarmici dentro. Affondare e affossarmici dentro.
Sto tanto comodo. Avvolto nei miei pensieri tristi e lugubri.
Rosalie dice che mi sto punendo. 
Sì, sostiene che abbia deciso di infliggermi una sorta di punizione.
Sì perchè sono sicuro che è colpa mia se Abbigail se ne è andata e mi ha lasciato.
L'ho trascurata negli ultimi tempi, il mio lavoro, le sue assenze.
Alla fine sono sicuro che sia tutta colpa mia.
Trent'anni. 
Scapolo.
Solo.
Con il cazzo che non tira più.
Finirò come il vecchio Fred.......  a sbronzarmi tutte le sere, finchè..... dopo l'ultima bevuta della mia vita......  mi  troveranno due giorni dopo morto nella mia barca...... ormeggiata nel porto......
Ho finito la doccia, ho finito i pensieri.
Mi vesto.
Indosso la camicia azzurra pulita, pantaloni scuri, scarpe eleganti.
Zia Meggie ci tiene alle sue cene.
Niente cravatta. Lascio gli ultimi bottoni slacciati.
Ultimo sguardo allo specchio.
Tento di sistemare i capelli ancora umidi...... niente.... infilo il mio beanei nero e fuori.
Piove anche ora.
Aspetto Rosalie, saliamo sul mio Pick Up e partiamo.
"Ahhaha Edward.... mia madre romperà che non hai indossato la cravatta....proprio sta sera che ha invitato Tanya.... lo sai che vuole che tu sia sempre impeccabile.... tieni l'ho presa su io..... fammi il favore indossala..... almeno per la cena....chi la sente altrimenti ..... fallo per me... per la tua adorata cugina..... solo per questa volta vuoi?"
"Mmmmhhhh ti prego Rosalie ..... va bene , va bene... ci ho provato. Dammi qua......"
Arriviamo davanti a casa di zia Maggie e prima di scendere Rosalie si volta verso di me, mi aggiusta la cravatta, mi guarda.... mi sorride con affetto....
"Cugino... stai dai dio.... se non fossimo parenti, e se non ti conoscessi da sempre, giuro che un pensierino su di noi lo avrei fatto ..... ahahahaha .... dai non fare quella faccia, sto scherzando... lo sai che ti voglio bene come ad un fratello .... e poi io ho il mio scimmione lo sai..... Emmet non lo cambierei per nessuno al mondo.... usciamo che Tanya è già arrivata  e a quanto vedo..... sta sulla porta.... guarda ci sta osservando ..... sono sicura che si sta domandando cosa stiamo facendo..... conoscendola..."
"Ti prego Rosalie... esci prima tu e dille che ho la bocca piena di afte ..... così mi lascerà stare tutta la sera, soprattutto nel dopo cena"
Certo potrei usarla per capire se mi tira ancora...... Tanya è una bella ragazza in fondo.... dopo 6 mesi da bradipo.... potrebbe anche risollevarmi la giornata.... quasi quasi ....potrei farci un pensierino..... se non ricordo male faceva dei lavoretti di bocca niente male.
Magari guarisco.


CINQUE MESI PRIMA




La casa è vuota.
Tutto mi ricorda lei.
Non riesco a dormire.
Non riesco a mangiare.
Lavoro, casa.
Casa, lavoro.
Ecco le mie giornate.
Non mi va di vedere nessuno.
Non mi va di parlare con nessuno.
Jass, Emmet, Bo...... Alice, Rosalie, mia madre, mio padre mi chiamano, mi invitano, trovano una scusa per piombare in casa mia.
Non vogliono lasciarmi da solo.
Hanno paura di un gesto insano, come dice sempre Alice.
Come mi conosce, non ha  torto, affatto.
Non posso negare di averci pensato.
Ho finto fino alla nausea davanti a tutti loro.
Cosa avrei potuto dire.
"Sì avete ragione, stavo infatti pensando a come mettere fine alla mia vita?"
"E.... che vedete sto cercando un modo originale e ancora non l'ho trovato?"
Ne ho pensate tante davvero.
Ve lo giuro.
Ma poi il pensiero del nulla, della mia vita buttata così, di sprecare il mio talento e  i  tanti sacrifici per arrivare dove sono ora, lo trovo insopportabile e totalmente ingiusto.
L'amore per la mia famiglia, sapere che si sarebbero dannati.
Tutto quello che stanno facendo per me, per starmi vicino, da quanto Abbigail se ne è andata, mi aiuta a riprendere la strada giusta, la ragionevolezza del cuore.
Distruggerei  anche le loro vite.
E questo francamente, non me lo posso proprio permettere.
"Edward, amore, guardati in giro, quella giusta arriverà figlio mio fidati"
Mia madre, poveretta, compare a casa mia disperata.
"Chiusa una porta si apre un portone"
Questo il suo motto.
Fa la forte, la dura, dissimula, però mi basta guardarla negli occhi per pochissimi secondi per capire tutta la sua sofferenza nel vedermi così.
Questo mi fa capire quanto io mi stia sbagliando, certo, non che poi abbia voglia di fare i salti di gioia, ma almeno questi pensieri sono spariti, come sono arrivati, in silenzio, lasciando il posto a nuove prospettive.




Intanto ho comprato "CLAIR DE LUNE"  la barca di un amico.
Barca... più che barca... uno Yacht, con una parte dei miei risparmi.
Un  piccolo regalo a me stesso.
L'ho sempre desiderato.
Mi trasferisco sulla barca... appena pronto.
Prendo i miei vestiti. Le cose necessarie.
E sono andato a viverci.
Piccola, nemmeno tanto per me solo, per la verità.
Diciamo sufficientemente confortevole.
Troppi ricordi in casa.
Invece qui sulla barca ... vita nuova.
Niente Abbigail.
Niente che mi ricordi lei.
Almeno niente di materiale.
Perchè nella mia testa..  non mi abbandona mai.

lunedì 21 maggio 2012

CAPITOLO UNO - Le origini




Costa Atlantica NORD -EST - Confine con il Canada
SUGARTOWN - MAINE - USA 


Maggio 2011




"Edward un altro goccio?"
"Meglio di no! Mi fermo qui. Devo essere sobrio,altrimenti invece di pulire le orecchie al cane di Diuk.... chissà.... cos'altro potrei fare?"
"Scambiare il davanti con il dietro? ahahh quel cane non ha un  verso... è identico da ogni parte.... mi chiedo Diuk come faccia!"
"Ahhahahahhahh smettila  Jass..... lo sai che da quando la moglie è scappata con quel giocatore di pocker è l'unica cosa che gli ha lasciato, ahha lo tiene come un figlio, nella speranza che lei ritorni a casa."
"Bo sei sempre il solito, lo sai anche tu che Diuk non è mai stato un santo."
"AHAHAHHHAH  pochi sono come te, Edward.... per otto anni fedele alla stessa donna, per poi ritrovarsi con un pugno di mosche"
"Ok vi saluto vado a lavorare"
"Bo..... lascialo stare"
"Cullen non ti sarai mica offeso?"
"Tranquilli, devo andare sul serio. Bo, Jass è stato un piacere. Al prossimo bicchiere"
"No Edward... oggi offre la casa amico, ci vediamo sta sera da Rosalie"


Fuori c'è un sole limpidissimo.
Sta mattina ho parcheggiato il furgone davanti allo studio.
Esauriti gli appuntamenti, realizzo di avere un paio d'ore  libere, così ho chiuso l'ambulatorio per fare due passi.
Decido di proseguire fino alla locanda del faro,per  fermarmi, mettere qualcosa sullo stomaco e sicuramente scambiare due parole con Jass e Bo.
Il locale a quest'ora è solitamente poco frequentato, ogni tanto arriva qualche turista, che si spinge fino a qui incuriosito dal paesaggio.
Questo posto offre degli scorci sulla baia di SugarTown  e alle vicine Whait Mountain  da mozzare il fiato.
Mi fa questo effetto ogni volta, lo confesso.
In questo luogo non sembra solo che il tempo si sia fermato.
Si è fermato sul serio.
Non capita mai nulla, sempre le stesse persone, sempre le stesse cose.
Mi piace così.
Qui ci sguazzo. 
La solitudine, il silenzio.
Vita tranquilla.
I miei amici.
Vivo qui da ventotto anni.... da sempre praticamente.
Avevo solo 3 anni quando mio padre e mia madre hanno deciso di trasferirsi da New York.
Non più giovanissimi.
Sono arrivato tardi nel loro matrimonio.
In realtà dei figli non li volevano proprio.
Sono quello che di solito si definisce uno sbaglio.
Le loro carriere da medici prima di tutto.
Prima di me.
Quando mia madre è rimasta incinta aveva 39 anni.
Mio padre di 10 anni più grande. 
Fu un vero dramma quando mamma si è accorta di avere un esserino minuscolo dentro di se.
Lo è stata per cinque lunghissimi minuti.
Il tempo di realizzare come sarebbe stato.
E la sua vita cambiò.
La loro vite cambiarono.
Ovviamente a tutto questo io non ero presente, è stata mia zia Maggie ha raccontarmi questa storia.
La sorella più giovane di mamma.
Rimasta vedova presto, con una figlia, mia cugina Rosalie, più grande di me di qualche anno.
Anzi ora che ricordo oggi è venerdì e sta sera ci ritroviamo tutti da lei.
La grande cena famigliare allargata.
Sì perchè Zia Maggie si è risposata con il fornaio del posto, parecchi anni fa.
Non continuerò ad elencarvi gli altri membri della mia famiglia tranquilli.
In questo piccolo grande posto siamo più o meno tutti parenti e conoscenti.
Oh .... dimenticavo mia sorella Alice.


"Dove stai andando così di corsa Alice?"
"EDWAR.....EDWARD..... è un'ora che ti chiamo, hai il cellulare staccato?"
"Giù al faro non prende.... che succede?"
"Dai sali che ti spiego mentre torniamo in ambulatorio"




6 MESI PRIMA


Abbigail ha fatto le valigie.
La sua parte di armadio vuota.
Così come i cassetti, la scarpiera.
Le spazzole per capelli, l'accappatoio da doccia.
Nella vetrina ancora la collezione di gatti. 
Che non ho mai sopportato.
L'unica cosa che mi ha lasciato.
Ironia della sorte.
Dice che adesso non saprebbe dove metterla.
Che andrebbe rotta durante il viaggio.
Dice che posso farne quello che voglio.
Ahahha..... so perfettamente dove te la metterei io.... mia cara Abbigail....
Ti odio in questo momento.
Forse è meglio così.
Meglio che amarti.
Allora ti odio... ti odio.
Ti odio con tutto il cuore.
Non mi ami più, così mi hai detto.
Sei tornata da un viaggio di lavoro, come sempre.
Torni da Baston e lo dici così come se nulla fosse, mentre mastichi l'insalata.
Noi due, a tavola, uno di fronte all'altra.
Prendi un sorso di vino, impugni la forchetta, infilzi le foglie di insalata che hai nel piatto, e con tranquillità,come se stessi parlando del tempo, mi dici che le cose sono cambiate, che non sei più sicura del nosto rapporto.
Mi dici che non mi vuoi sposare.
E continui a mangiare.
Io smetto, ti guardo.
Continuo allibito e attonito a guardarti.
Incredulo.
Controllo i tuoi gesti. 
Li analizzo.
Registro nella mia testa tutti i movimenti della tua bocca, dei tuoi occhi, delle tue mani.
Penso di essere finito in un brutto sogno.
Invece sono sveglio, almeno credo.
Ancora non ne sono del tutto sicuro.
Fuori piove.
Diluvia.
Sembra che anche il tempo stia ascoltando quello che mi stai dicendo.
Il cielo piange.
Io no.
Io fisso il muro vuoto davanti a me, mentre ti alzi con il piatto sporco e vuoto.
Lo riponi nel lavandino insieme al bicchiere.
Sento i rumori delle stoviglie e dell'acqua scorrere.
E' talmente surreale quello che sto vivendo che non riesco a reagire.
Ti odio per la tua indifferenza.
Siamo stati insieme otto anni, siamo stati insieme all'università.
Dopo la laurea mi hai voluto seguire qui in questo posto sperduto, dicendo che era il posto più bello del mondo.
Ora dici che non ti basta più, che io non ti basto più, che questo posto ti soffoca,
che vuoi cambiare aria.
Che andrai a vivere a Boston.
Ma vai dove cazzo ti pare.
Sparisci dalla mia vita in fretta.
Così da poterti dimenticare il prima possibile.
Volevo sposarti, volevo dei figli.
Tu rispondi che hai accettato di sposarmi ma che non eri convinta.
Che ti sembrava un errore.
E che in realtà dei figli non li volevi.
Fai le valigie, prendi tutte le tue cose.
Di tuo lasci solo questi gatti di ceramica e l'anello di fidanzamento,
che riponi sulla tavola ancora apparecchiata.