giovedì 5 luglio 2012

CAPITOLO DIECI - USCITA








CAPITOLO DIECI - USCITA






Ti lascio un messaggio.
Dove mi scuso per sta sera.
Ho un imprevisto ti dico, e che ti avrei richiamato io presto, molto presto.


Mi dispiace molto.
Moltissimo.
Ma non posso farne a meno.


Chissà cosa penserai di me.
Tentazione e desiderio.
Potrei vivere questa storia in tranquillità.
Fregandomene del domani.


Ma non ci riesco.


Ho detto ad Alice di accompagnarti in Studio  a prendere Lilly, se vuoi.
Puoi portarla a casa con te ora.
Sta bene. Tutto si è svolto per il meglio.


Lo so che ci resterai male.
Per il fatto che non mi troverai.


Ho spiegato tutto a mia sorella.
Deve darti anche la busta che ho lasciato per te sulla mia scrivania.


Dentro ho messo una copia della foto insieme, quella in bianco e nero.


Ci tengo a te Isabella e tanto.
Tengo tanto e troppo a quest'amicizia che con la storia dell'attrazione che provo,ho paura di rovinare tutto.


Ma credo che tu questo lo abbia capito.
Non voglio liquidarti con un biglietto.
Ti voglio parlare, prima però ho bisogno di qualche giorno di relax.... 


Io, la mia barca, l'acqua, la canna da pesca..... e il silenzio di questi luoghi.




*************




E' domenica.  Primo pomeriggio.
Torno a SugarTown.


Indosso il costume, prendo lo zaino, l'accappatoio, occhialetti da piscina.


Una nuotata è quello che mi ci vuole per sgranchirmi un po'.


Attraverso con il pick up le strade della città.


E ti vedo seduta in un tavolino del bar, intenta a mangiare una coppa gelato.


Non sei sola.
Sei in compagnia di Jack.


ANCORA.
E MI SALE LA CAROGNA.
ECCOME SE SALE.


L'istinto dice di fermarmi e chiederti spiegazioni e prendere a calci, lì dove non batte il sole, quel tizio.


Che conosco bene.


Sono fermo al semaforo e continuo ad osservarvi.


Voi ignari della mia presenza.


Parlate, tu gli sorridi.
Lui ricambia.
Ridete anche.


Chissà cosa avrete di tanto divertente da raccontarvi.


Vorrei strangolarlo.


Ingrano la marcia e parto.
Cercando di cancellare quelle immagini dalla mia testa.


Invano.




*****************




Uno, due, respiro.
Uno, due, respiro.
Uno, due, respiro.


Movimenti lenti e fluidi.
Silenziosi.


Una bracciata, una seconda e respiro.


Sinistra, destra e respiro.


Sinistra, destra e respiro.


Le mie braccia entrano e ruotano nell'acqua.
La spingono con forza.


I miei piedi si muovo ritmicamente a pelo d'acqua.


Lavorano anche loro, contribuiscono al movimento.


Le mani si fiondano nell'acqua, la tagliano, la separano, anche se per un solo istante, l'accarezzano.


Sono a quota venti vasche e ancora non sono stanco.


Infilo le palette nelle  mani  per aumentare l'attrito e lo sforzo per lo spostamento dell'acqua.


Mi tengo in forma, modellando i muscoli.
Intensifico il mio movimento.


E ricomincio a stile libero.


Scivolo nell'acqua.
Fluido e scorrevole.


La mia faccia immersa, due bracciate e giro il volto di lato, apro la bocca e prendo aria.


Sento i muscoli tirare.
E' molto che continuo così.


Arrivo alla fine della corsia.
Mi fermo e respiro.


Riempio i polmoni di aria.
Sfilo gli occhiali e mi strofino gli occhi.


Quando li apro, trovo i tuoi puntati nei miei.
Interrogativi e curiosi nello stesso momento.




"Cosa fai tu qui?"




"Volevo parlarti"




Esco dall'acqua colpito e contrariato.
Abbozzo un sorriso scarno.




In realtà sono felice di vederla.
Tanto anche.
Mi è mancata molto.


Mi siedo a bordo vasca, grondante d'acqua e lei si accovaccia vicino a me, porgendomi l'asciugamano.


"La rigrazio Miss Swan"


"Allora Dr. Edward Cullen cosa ci faceva in macchina fermo a fissarmi mentre mangiavo il gelato?"


Accidenti mi ha visto, ha fatto finta di niente anche lei.


"Mi hai visto? Passavo di lì per raggiungere la piscina.....eh.."




"Potevi anche salutarmi, non credi?"




"Forse.... ma non eri sola, credevo di essere passato inosservato"




"Tu, inosservato? Questa si che è bella. "




"Non ti volevo disturbare. Ti ho vista molto impegnata"




"Sei geloso Cullen?"




"MMMMMMMM hhhhh" grugnisco.




"Sì sei geloso"




Abbasso gli occhi e scuoto la testa, non tanto per negare, sarebbe inutile,  lei mi legge dentro.


Strofino l'asciugamano sui capelli e sul viso, nel tentantivo, vano di darmi un contegno.




"Ho portato a casa Lilly, ti volevo ringraziare."




Si avvicina, mi accarezza il viso.
Si sofferma con la mano e mi volta leggermente stampandomi un bacio leggero in piena guancia.




"Vorrei sdebitarmi per le cure a Lilly"


"Portami a cena sta sera, argentino?"


"Ci sto...... non mi darai buca un'altra volta vero?"


"Facciamo così. Vado a cambiarmi ...... e sono da te....... passeggiata prima?"


"Sei tutto una sorpresa  oggi, mi devo preoccupare....??"


Bella torna a cambiarsi e io in mezz'ora sono da lei.


Busso.


Quando mi apre la porta, vedo che è pronta.
Una visione.


Pantalone attillato e tacco alto, canotta nera semi trasparente e giacca nera.


Elegante e raffinata.


Il suo profumo mi invade le narici.
Mentre chiude la porta a chiave, mi avvicino  abbracciandola da dietro, unendo le mani sul suo ventre piatto.


Non so nemmeno io perchè lo sto facendo.


Affondo il volto tra i suoi capelli sciolti e il collo e respiro forte.
E' come una droga per me.


Appoggio le labbra appena dietro al suo orecchio, dispensando alcuni piccoli baci.


La sento rabbrividire.
Di piacere.
Non avrei dovuto farlo.


Avrei dovuto resistere.


Non sono adatto a lei.
Non in questo momento.
Sono un casino.
Non voglio farla soffrire.


Ma non resisto.
Non mi controllo quando è davanti a me.
Come ora.


Le sussurro nell'orecchio....


"Sei bellissima...."


Lei alza il braccio sinistro e mi abbraccia da questa posizione.


Mi circonda il collo, accarezzando lievemente l'attaccatura dei capelli.
La sento sospirare.


L'altra mano è ancora ferma sulla chiave nella toppa.


Sembra indecisa se sfilarla o girarla per riaprire la serratura, così da invitarmi di nuovo in casa...... e non per parlare.


Questo è sicuro.


Il linguaggio del nostro corpo è esplicito.
Non lascia dubbi.


Io la voglio.
Lei mi vuole.


Sono passati pochi attimi in realtà.


A questo punto intervengo, devo essere forte.


"Pronta? Andiamo?"


Scuote leggermente la testa, sospirando e sfila la chiave, riponendola nella tasca della giacca.


Ha deciso lei per noi.
Anche questo è chiaro.


Non ho via di scampo.








L'atmosfera del ristorante, con le luci calde e musica interessante, contribuiscono a rilassarmi.


Tra una portata e l'altra, ogni tanto mi afferra la mano e me la stringe.


Altre volte mi accarezza il braccio esposto vicino a lei, fa scorrere la punta delle dita tra la peluria bionda.


Un movimento dolce e delicato. Piacevole, intimo.


Che però ha un gran significato.


Almeno per me.


Parliamo tutto il tempo.
Con tranquillità.
Con attenzione.


Mi dice che hanno pubblicato il suo articolo e che a breve me ne farà avere una copia.


"Sai Edward... non ho parlato solo di Bruce nell'articolo. Vedrai. A Lee, il capo redattore, è piaciuto molto."


"Sono molto curioso Signorina"


"Spero che non ti arrabbierai con me?"


"Me ne hai dato motivo forse?"


Non capisco.


La mia vita ultimamente è piena di imprevisti ed enigmi..... sembra quasi un gioco di società.


Un gioco di carte.


"Potrebbe.... dipende"


"Da cosa esattamente?"


"Da quello che ho scritto nell'articolo ovviamente"


Mi rabbuio un attimo, un istante solo, quanto basta per vederla abbassare gli occhi e arrossire.


Cosa che non le ho mai visto fare.
Sembra imbarazzata.
Lo è?


Così dissipo ogni dubbio.




"Hai scritto di me?"


Risolleva lo sguardo, piantandomi un'occhiata indagatrice, quasi per chiedersi che tipo di reazione aspettarsi da parte mia, se o meno rispondere alla mia domanda.

Sempre timidamente annuisce con la testa, permettendo ad un flebile "Sì" di uscire dalle sue labbra.


Non rispondo, mi limito ad osservarla.


"Non ho parlato solo di te, ma anche di altri abitanti della cittadina. Siete straordinari per me, fuori dal comune, per generosità e dedizione. Sei arrabbiato?"


"Stupito credo, un po' infastidito, forse. Lusingato anche. Ma era proprio necessario?"


"E' poco che abito qui, posso dire così ormai, visto che la mia vita a New York è lontana anni luce, e mi siete entrati nel cuore subito."


"Potevi almeno accennarmelo, prima di pubblicare, non credi?"


"Forse, ma ti prego è così bello quello che ho scritto, almeno lo è per me, non essere arrabbiato. Spero di non aver rovinato il nostro rapporto e la serata, lo sai che ci tengo a te ...... ti prego Edward"




Non so perchè reagisco così.
Sono arrabbiato e anche un po' offeso.


Cerco però di non darlo troppo a vedere.


La mia vocina mi consiglia di attendere di leggere l'articolo, per un'eventuale sfuriata, invece di reagire da orso impulsivo, quale sono.


Bella sembra mortificata.
E' tutta rossa in viso e ho notato che non riesce a guardarmi negli occhi.


Devo averla intimorita oltre misura.


Mi costringo a continuare la conversazione simulando uno stato di indifferenza a quello che ci siamo detti poco fa.


Senza dubbio Isabella se n'è accorta, non sono bravo a nascondere i miei stati d'animo, ma anche se lo fossi, con lei non funzionerebbe ugualmente.


Questa ragazza ha la capacità di capirmi al volo.


Questa situazione potrebbe risultare scomoda ora, se continuassi a ripercorrere lo stesso argomento.


Lo so che lei mi sta ascoltando ora, finge anche di non capire come mi sento realmente, sta al gioco, come me, ne è complice o semplicemente ha il timore che, continuando il discorso "Articolo", si possano scoprire delle carte troppo dolorose da accettare per entrambi.


Sono comunque molto incuriosito da quello che potrebbe aver scritto, e fatico a non chiederle altro.


Un cameriere in giacca scura si avvicina, riempie i calici di vino bianco, mentre assaporiamo il dolce in silenzio.


Anche la musica ora si è addolcita e l'atmosfera sembra risultare meno tesa.


Quando il cameriere ci porta il conto, non c'è niente da fare, non riesco a lasciarglielo fare, la batto sul tempo e porgo la mia carta di credito prima che lei abbia il tempo di controbattere.


"Non ti offendere Isabella, ma non posso, la nostra prima cena fuori, non posso proprio lasciarti pagare..."


"Mi volevo sdebitare..... per Lilly...."

"Ti prego, troverai il modo....  sul serio.... lasciami fare il gentiluomo"



E qui ci fissiamo per momenti interminabili.............


"Lo considero un primo appuntamento questo"


"Che cosa vuoi da me Cullen??"


E' serena ora, quasi divertita.


"Ti vorrei con me sta sera, sulla barca. Ti prego non dirmi di no. Rimani con me"


Ha gli occhi che brillano, avvampano veramente.


"Mi stai facendo delle avances, Cullen?"


"Sì. Sono stato troppo diretto?"


"Cosa te lo fa pensare?"


"Isabella, ho bisogno di te questa sera, ho bisogno di averti vicina, ancora..."


Le porgo una mano invitandola ad alzarsi.


Lei mi afferra con sicurezza, stringendola e alzandosi a sua volta.


Le scosto qualche ciocca di capelli dalla spalla, accarezzandola con due dita.


Il sorriso che mi rivolge è impagabile.


Potrei stenderla subito qui su questo tavolo.




La desidero fortemente.


Ci dirigiamo verso la macchina, le apro la portiera e l'aiuto a salire.


Prima di richiudere ed andare a sistemarmi al posto di guida, mi blocca con la mano.




"Quando mi permetterai di pagare il conto Edward?"

Le sorrido senza rispondere girando intorno alla vettura, prendendo posto e accendendo il motore.


*************************




L'appagamento che provo dopo aver fatto l'amore con Isabella è qualcosa di veramente indescrivibile.


I suoi baci, i suoi ansimi e le sue carezze, le sue parole..... mi sento completo.


Totalmente.


"Mi sento un uomo fortunato Bella"


Le dico mentre le accarezzo un fianco.


"Cose vorrebbe di più una donna? Un ottimo vino, un'ottima cena, la compagnia di un uomo delizioso ed intelligente, un dopo cena altrettanto sconvolgente. Cullen tu si che sai come farmi felice"


Quest'ultima frase mi pare che non riesca a nascondere un tono canzonatorio.


La fisso cercando di capire quanto sia seria.


"Qualcosa non va Miss Swan, ho trascurato qualcosa?"


"Come primo appuntamento direi che non manca nulla..."


E non so come e non so perchè, per senso di possesso o di stupido orgoglio maschile, le pongo una domanda senza che passi prima dalla supervisione del cervello.

"Sono meglio di Jack?"


"Jack? In che senso <Meglio di Jack>??"


"In quel senso..... Bella"


Parlo e alzo due volte le sopracciglia, allusivo.


"AAAAhhh in quel senso. Non saprei. Certo Jack è un tipo simpatico, divertente, spiritoso, fisicamente ben piazzato, ma....."


"Non mi vuoi rispondere Swan?"


"Non credo che siano domande da farsi, ma francamente non posso risponderti semplicemente perchè non lo so..... visto che non sono mai stata a letto con lui....."


"No? Mai? Dici sul serio?"


"Non mi credi? Il solo fatto che tu mi abbia visto in sua compagnia quella sera ed uscire con lui dal locale .... che opinione ti sei fatto di me?"

Lo dice divertita ed in parte fintamente offesa.



Lo so che gli piaccio quando manifesto la mia possessività e la gelosia nei suoi confronti.


"Mi piaci molto Miss Swan e solo l'idea di te e lui insieme mi ha sempre fatto ribollire il sangue"


"Ma senti senti, non me ne ero accorta"


Si placa tutto in una gran risata e torno a baciarla con tutto il trasporto che sono in grado di dimostrarle.


Siamo ancora nudi, per l'amplesso di prima, e non mi ci vuole molto per prenderla di nuovo.


E' Bella a chiedermelo di entrare in lei subito, senza aspettare.


Siamo pronti tutti e due, non è difficoltosa la cosa.


Solo che questa volta sono io sopra di lei.
Io a comandare il gioco e i movimenti.


Io a stabilire il ritmo.


Ci fissiamo mentre facciamo l'amore, per tutto il tempo .... occhi negli occhi.... spinta dopo spinta.


"Mi piace da morire guardarti ....."


Provo a fatica a dire qualcosa.... ma non è facile.... ora il ritmo delle spinte è serrato e non lascia tregua.


Lei sotto di me non è da meno, non perde un colpo. 


Per affondare meglio le piego un ginocchio.... e dopo poche spinte la sento urlare e pulsare e finalmente posso liberarmi anche io ... in uno degli orgasmi più stupefacenti della storia.


"Isa..bel...laaaaaa ......"




Chiudiamo finalmente gli occhi, sfiniti, esausti e contenti.





mercoledì 27 giugno 2012

CAPITOLO NOVE - GOCCE D'ACQUA






QUESTO E' UN CAPITOLO CORTO.
HO PREFERITO DIVIDERLO, ALTRIMENTI SAREBBE DIVENTATO CHILOMETRICO.
POSTO IL N. 10 QUASI DI SEGUITO..... 


GRAZIE PER I COMMENTI CHE MI LASCIATE.
VI ABBRACCIO TUTTE.


BUONA LETTURA










CAPITOLO NOVE -  GOCCE D'ACQUA




Esco con la barca.


Le prime ore del mattino sono le migliori.
Il mare è calmo.
Tutto tace.




Mi dirigo verso le montagne.


Punto verso il canyon.
Ci sono dei passaggi stretti, dove le rocce calano a picco nell'acqua.


Le pareti sono levigate dall'usura dell'acqua e del vento.


La roccia si lascia plasmare, tenta invano di contrastarne l'effetto.


Si impegna a farla scivolare e rimbalzare via.


Inutilmente soccombe.


La goccia è inesorabile.


Instancabile.
Continua a cadere sempre nello stesso punto.


E il solco che crea è inevitabile.


Sembra tutto immutabile.


Ma non lo è... mai ... niente lo è.


A volte succede, che per qualche strana combinazione, improvvisamente, la goccia devia  il suo percorso.


Si trasforma.


Basta uno schiocco di dita e tutto cambia.


Sono confuso sempre di più.


Ho bisogno di stare da solo e schiarirmi le idee.


Mi sento travolto e sopraffatto dai sentimenti e dalle emozioni che provo.


Forti e profonde.


Si sono incagliate sotto la pelle.






Infilo il mio cappello blu di lana, il giubbotto nero di pelle..... e parto.




Avrei dovuto incontrare Isabella.




Mi aveva invitato ad uscire con lei sta sera a cena.


La sua presenza qui mi ha sconvolto l'esistenza.


Ha stravolto i miei piani.
La mia vita è cambiata in questo tempo...... da quando lei è arrivata.


Penso sempre a lei.


E questo non va bene.


Non mi piace questa situazione.
E' pericolosa.
Troppo.


E' lacerante.
E le mie vecchie ferite sono ancora aperte.






E' passata una settimana dall'ultima volta che abbiamo fatto l'amore.
So che mi ha cercato nei giorni scorsi.
Ero impegnato fuori per lavoro qualche giorno.


Non voglio correre.
Non voglio accellerare.
Troppo in fretta.
Voglio capire e procedere con calma.
Non so cosa stia succedendo.
Ne ho una paura fottuta.


Con lei sto benissimo, in tutti i sensi.
Mi piace da impazzire.


Ma..... ma c'è un ma.






Sono sicuro che prima o poi si stancherà anche lei di questo posto.
Mi lascerà e se ne andrà.


Ritornerà alla sua vita di sempre.


A New York, dalle sue amicizie e al suo vecchio lavoro.


Come fa a stare in un posto simile una donna come lei?


Impossibile.


Con un uomo solitario come me, orso e 
problematico.


Ora crede di volermi, ma domani?








UNA SETTIMANA PRIMA


Sono steso e semi addormentato nel letto della sua camera.
La tengo stretta tra le braccia.
Petto e schiena a contatto sotto le lenzuola.


"Sai di buono Edward..... di selvaggio ..... mi piace....."


"Mmmmhhh"


"Non parli molto tu..... però mi piace"




In effetti sono arrivato davanti alla porta della sua stanza e con fare un po' irruento mi sono fiondato su di lei, appena ha aperto la porta.


Non mi aspettava.


Sono stato assalito da una grande voglia di lei.


Improvvisa, forte, incontrollabile.


Ero seduto nella comoda poltrona del mio studio, continuavo a pensare a lei, a noi, a quello che è accaduto sulla barca.


Continuavo inconsciamente a riempirmi il bicchiere di ghiaccio e acqua.


Bevendo compulsivamente.


Non mi accorgo che non serve a nulla tutto questo mio fare, per frenare l'impeto delle emozioni al pensiero di lei.


Mi alzo di scatto, quasi senza pensare, prendo le chiavi e chiudo lo studio.


Isabella.


Un pensiero fisso.


Una voglia incontrollabile.


Arrivare da lei il più in fretta possibile.


D'impeto l'ho presa e sollevata, spingendola senza remore contro l'anta della porta aperta.


Intrappolandola tra le mie labbra e il mio corpo.


Lasciandola senza nessuna possibilità di movimento o di replica.


Solo dopo averla baciata a lungo e in profondità l'adagio sul letto, senza usare poca delicatezza.


Non è il momento questo delle buone maniere.


E' l'attimo dell'ingovernabile istinto dal quale sono travolto.


O è lei a travolgere me?


Sentimenti contrastanti investono la mia mente, semplici ed involontari, un misto di rabbia e passione.


Vorrei cancellarli e liberarmene una volta per tutte.


Ma loro sono lì. 


Aleggiano sopra di me.


Non si scostano.


Come la goccia, come un tarlo insopportabile.


Vorrei essere qui e perdermi tra le braccia di Isabella e nello stesso tempo vorrei non averla mai incontrata.


Vorrei che quel cane non avesse salvato il suo padrone e che Alice non avesse chiamato il giornale.


Ma lei è qui ora, e io sono dentro di lei.
Cerco di scacciare questi pensieri e godermi il momento.


Perchè non sono sicuro che ne seguirà un altro.
Le devo parlare.
Dopo.


Ora la voglio, disperatamente.


E così lentamente bacio dopo bacio, accantono questi pensieri.


Lascio spazio alle sensazioni che mi regala Isabella con la sua presenza e al piacere che posso donarle, con il mio corpo e con le mani.


La sento fremere al passaggio delle mie dita sui suoi seni nudi.
E' ancora sopraffatta dal mio arrivo inaspettato.


E anche io.
Avrei tante cose da dirle, ma non vogliono uscire dalla mia testa.


Ma è Isabella a parlare.


E' lei quella che gioca con le parole.


E' lei quella che centelline le gocce d'acqua.




"Lo so Edward che sei confuso."


"Non riesco a parlarne ora Bella. Scusami. Vorrei tanto dar voce ai miei pensieri, ma sono talmente confusi e contorti che fatico a mettere le parole in fila"


"Lo so.... mi sento così anche io."

"Ma tu riesci a capire.... ??"



"Sono spaventata anche io. E' tutto così improvviso. E' così forte Edward, che non riesco a dargli un nome."


"Ho paura di ferirti. Non mi preoccupo di me, ma è te che non voglio deludere. Non voglio farti male Isabella..... sei importante per me."


"Quando ti vedo io..... vorrei solo correrti incontro e abbracciarti e lenirti le ferite.... lo so le vedo..... le cicatrici sono fresche...."


"Lo so che non sei pronta, come non lo sono io...."


"...... per una relazione seria dici?.... Ma non è quello che cerco, non so nemmeno io cosa cerco... so solo che con te sto bene. Mi fai stare bene."


"Bella mi dispiace tanto"


"Abbiamo bisogno di tempo. Prendiamocelo. Chi altri meglio di noi può deciderlo?"


"Come ci consideriamo allora...???"


Rimane in silenzio un attimo.


"Amici che fanno sesso?"



La guardo accigliato.




"Non lo so .... sembra squallido così, non che lo sia in generale, ma nel nostro caso.... ecco mi sembra riduttivo..."


Si accorge di una punta d'acidità.... nella mia risposta.


"Cerchiamo di capire.... andiamo per gradi. Non dobbiamo riuscirci adesso.
Ho buttato all'aria la mia vita da poco, ho ancora il mio vestito da sposa a casa della mia migliore amica a New York.... me lo ha ritirato lei. Era pronto.
Domenica prossima avrei dovuto sposarmi.... ancora non ci credo.
E' tutto così diverso.... ora."


"Sei pentita?"


"Pentita?? No anzi.... è solo strano"




Ancora nessuno sa di noi, forse solo Alice.


Non ho chiesto a Bella se glielo ha detto?


Io non ho voluto raccontarle niente.


Per cui ..... quando bussano alla porta della camera di Bella, tutti e due ci agitiamo come dei grilli.


E' Alice alla porta infatti.


"Bella, Bella ci sei?"


"Alice... sì arrivo un attimo ero in bagno"


Ci guardiamo divertiti.


Ridacchiamo tentando di raccogliere i nostri indumenti dal pavimento.


Ma per quanto possiamo fare finta di nulla... è estremamente evidente quello che abbiamo appena fatto.


Sussurro.


"Che tempismo mia sorella. Che faccio mi nascondo nel bagno?"


Bella mi fissa sbigottita e poi annuisce con la testa.


Apre la porta mentre io mi nascondo.


Sembro un fuggitivo, un clandestino.


Ma Alice già sospetta qualcosa .... e non vorrei che si spargesse troppa la voce in giro.


Non ancora per lo meno.


Non so nemmeno io quello che sta succedendo!


Alice entra.


"Sei sola? Giurerei di aver visto la macchina di mio fratello qui sotto"


Sono seduto sulla vasca che sghignazzo da solo.


Cara Alice, se hai notato il mio pick up....perchè diavolo sei venuta di sopra allora???? 


Non potevi telefonare?


"Non lo so Alice, sarà di sotto al locale o in giro con Bo"


"Ero venuta per invitarti a prendere un tè con me al centro commerciale, ho bisogno di un paio di scarpe nuove e non mi andava di fare tutto il tragitto da sola.... vieni?"


Bella entra in bagno per sistemarsi e uscire con Alice.


Io l'abbraccio forte appena entra e la ringrazio di essere stata al gioco.


Poi aspetto che loro se ne vadano ed esco dal mio nascondiglio.


Prendo il mio pick up e ritorno in ambulatorio.